Gli allagamenti a Mondello nel 2018: fiume di liquami con due acquazzoni estivi - Il Comune di Palermo condannato a risarcire oltre 60.000 euro per i danni a due ville
Le piogge torrenziali del 21 e 23 agosto di 7 anni fa: acqua nelle case fino a 70 centimetri

Una pioggia torrenziale che si è trasformata in un fiume di danni, ma anche in un’importante vittoria per due famiglie di Mondello. Con l’ordinanza n. 7302/2025, il tribunale civile di Palermo ha condannato il Comune a pagare oltre 60.000 euro per i gravi danni subiti dalle loro ville a causa degli allagamenti dell’agosto 2018. A stabilirlo è stata la Terza Sezione, presieduta dalla giudice Caterina Pizzuto.
I fatti risalgono alle piogge torrenziali del 21 e 23 agosto 2018, che causarono l’invasione di acque piovane e liquami fino a 70 centimetri di altezza nelle abitazioni adiacenti, situate su un terreno condiviso con giardino e piscina nella zona balneare palermitana. Le ville subirono ingenti danni strutturali e materiali. Il flusso d’acqua, proveniente contemporaneamente da via Ca’ Da Mosto e via Principessa di Scalea, investì prima una delle proprietà per poi estendersi agli spazi comuni e all’altra abitazione.
Nonostante i danni e la situazione già critica, il Comune non adottò misure adeguate, lasciando che un ulteriore allagamento si verificasse il 3 ottobre 2018.
I proprietari, assistiti dallo Studio legale Palmigiano e Associati – attivo da oltre 20 anni nella tutela dei cittadini – hanno quindi agito in giudizio con il patrocinio degli avvocati Alessandro Palmigiano e Mattia Vitale, procedendo prima con un accertamento tecnico preventivo, per ricostruire le cause dell’evento e documentare i danni, facendo nominare un consulente da parte del Tribunale, e successivamente, nel 2023, con una causa civile per il risarcimento.
La perizia tecnica e la consulenza d’ufficio (Ctu) hanno confermato che la causa degli allagamenti era la grave inadeguatezza del sistema comunale di drenaggio delle acque piovane, incapace di smaltire anche piogge di intensità ordinaria.
Il tribunale ha stabilito la responsabilità del Comune come «custode» delle strade e della rete fognaria, secondo l’art. 2051 del Codice Civile: l’ente pubblico risponde dei danni causati dai beni che gestisce, anche senza dover dimostrare una colpa diretta, a meno che non dimostri l’imprevedibilità e l’inevitabilità dell’evento, elementi qui mancanti. Secondo il giudice, dalla documentazione era emerso chiaramente che il sistema fognario era del tutto inadeguato, mancando di sufficienti caditoie e canali per lo smaltimento delle acque.
«L’inerzia della pubblica amministrazione non può ricadere sui cittadini – ha commentato l’avvocato Alessandro Palmigiano, managing partner dello studio legale –. Questo provvedimento conferma l’importanza di una gestione responsabile e programmata delle infrastrutture urbane. Ci auguriamo che tale decisione sia da stimolo per un intervento strutturale, al fine di evitare che simili eventi si ripetano, con gravi conseguenze economiche non solo per i danneggiati ma anche per la collettività».
